La scienza riconosce cinque capacità sensoriali, ma quando rimetto piede nel mio vecchio liceo, ne percepisco sempre una in più. Il sesto senso del Classico è un groviglio di emozioni nella pancia, senso di appartenenza che nemmeno pensavi di avere dentro di te. È il profumo dei corridoi puliti, lucenti e perfetti in file di piastrelle invecchiate dal tempo. La storia dei suoi mille mila studenti incisa sui gradini, come solchi sulla sabbia.
Ha l'odore dei trucchi delle ragazze, del bianchetto sulle pagine dei quaderni. Dei libri nuovissimi ancora da sottolineare. Il suo rumore è un vociare da tutte le parti, risate nelle orecchie, amicizie velocissime aspettando l'intervallo. La scuola del mio cuore ha il tocco ruvido del dizionario, asciutto e severo tra pagine piene di tiepida speranza. Quello unto della focaccia alle olive e del bicchiere caldissimo al caffè delle undici. Ha il colore della luce dalle finestre, il riverbero bianco sulle pagine dei libri. Ha il sapore dei baci di fronte al portone. La sigaretta prima delle lezioni. La testa leggera, il muro gelato contro la schiena, i libri per terra che solo per oggi non ce ne frega. È adrenalina, fatica, qualche successo. L'emozione di un sei alla consegna delle versioni, quelle tradotte a sentimento. Frase fatta, sogno profondo di ogni studente, t'avessi mai trovata! Il ricordo dei bidelli fra le aule, con la campanella da suonare, le verifiche da fotocopiare. Lo sguardo benevolo di chi conforta tutti con fermezza; "Che non preoccuparti se è oggi è andata male, domani è un altro giorno, cerca di impegnarti di più però!". Sia una versione, un amore o un genitore; metticela tutta e in qualche modo ce la si fa, tutto andrà. Che a sedici anni la vita ti sembra tutta lì, nelle piccole tragedie del quotidiano. E invece è ancora tutta fuori. È meravigliosa incoscienza. Di stare crescendo, di stare imparando anche quando non si impara, anche quando non si studia, anche quando hai tre materie sotto e la maturità dietro l'angolo. S'impara sempre. È sentire tutto a velocità triplicata. Amare, ridere, odiare, tutto con un'intensità irripetibile. Bella e stancante, come le mareggiate improvvise. Di quelle che non vedi l'ora finiscano per ricordartele poi con un pizzico di nostalgia. Il sesto senso del Classico è quella cosa che non sai di sentire finché non ti diplomi. Finché non torni a salutare quel professore che con la sua materia t'ha cambiato la vita, quell' amico più giovane che è come un fratello. Finché tra tanti istituti disponibili è proprio lì che vuoi portare la messa a disposizione per una supplenza. Il sesto senso del Classico è quella cosa per cui son tutte belle le scuole del mondo. Ma la nostra lo è sempre un po' di più. Denise Manfrinato
1 Commento
11/11/2024 06:28:09
Cosa descrive il testo riguardo all'ambiente scolastico e quali sensazioni suscita?
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Ex allievi Liceo Classico “Lagrangia”Un blog per raccontare il Liceo Classico "Lagrangia" di Vercelli e quanti hanno trascorso nelle aule di via Duomo anni importanti della propria formazione. Storie, interviste, approfondimenti culturali e molto altro a cura dell'Associazione ex allievi. Archivi
Giugno 2021
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