Quest'anno, a causa della chiusura anticipata della scuola per il coronavirus, molti allievi non hanno potuto celebrare il quotidiano rituale del caffè, bevuto lungo i corridoi del nostro Liceo al mattino o durante l'intervallo... noi ex allievi, che ne sentiamo ancor più la mancanza, abbiamo immaginato di recarci al Lagrangia e di assaporare virtualmente la calda bevanda conversando con una prof. già allieva del nostro Liceo, Marta Boccalini! Buongiorno prof.ssa Boccalini! Le chiediamo innanzitutto di presentarsi brevemente, a favore dei lettori del nostro blog che non sono stati suoi allievi.
Buongiorno! Sono Marta Boccalini, insegno da 17 anni Italiano, Latino, Greco e Geostoria, come si dice ora, al Liceo Classico, sia al biennio che al triennio, ma ho anche insegnato Didattica della storia all’Università del Piemonte Orientale, nei corsi di specializzazione post lauream, e qualsiasi altra cosa potessi insegnare in qualsiasi posto, ad esempio ai corsi ECDL, sempre al Lagrangia. I miei allievi dicono che un giorno apriremo insieme un’agenzia viaggi per i molti suggerimenti turistici, legati agli argomenti trattati in classe, che propino loro, e che poi diventano il tormento di molti poveri genitori, costretti dai figli ad andare a vedere proprio un certo pezzo in un certo museo, per mandare la foto alla prof. Magari un giorno lo faremo davvero, abbiamo già pensato al nome… Lei è stata allieva del nostro Liceo... quali ragioni la portarono a iscriversi al Classico? Ho scelto il Classico ai tempi, e lo consiglierei a chiunque, perché è l’unica scuola che crea, attraverso la pratica della traduzione, una forma mentis ideale per affrontare qualsiasi circostanza, lavorativa e non, in ogni ambito. In quarta ginnasio presento sempre ai miei allievi un articolo di Gramellini, “Il Latino e la cyclette”, che sottolinea quanto questo attrezzo sia utile, perché, pur non facendo percorrere strada, allena il corpo; allo stesso modo il Latino, insieme al Greco, pur essendo una lingua morta, è una ginnastica incomparabile per il cervello, poiché insegna a fare ipotesi e a scartarle, scegliendo la migliore. Per essere moderni, è una palestra di problem solving, anzi, il problem solving per eccellenza. Oltre a ciò, com’è noto, la cultura greca e poi quella latina sono la base del pensiero europeo e mondiale. Leggere Macbeth senza conoscere Medea, per dirne una, sarebbe un’esperienza parziale. O studiare Diritto senza conoscere il Corpus iuris. O assistere alle scelte di Carola Rakete senza pensare ad Antigone. Ma anche, banalmente, ascoltare gli U2 senza conoscere Ovidio. Il messaggio dei Classici è universale ed eterno. Lo vediamo chiaramente anche in questo tempo di pandemia: cos’altro si potrebbe aggiungere ora a quanto già scritto da Tucidide 2500 anni fa? C'è qualche docente, nella sua esperienza liceale, di cui ha un particolare ricordo? Ricordo con grande affetto e stima la professoressa di Storia e Filosofia Rita Gabutti, che ci chiedeva sempre, esercitando la maieutica socratica, cosa ci facesse venire in mente qualche termine inusitato, invitandoci a cercare nella nostra esperienza. A volte avevamo idee persino brillanti, che la stupivano, ma più spesso, come nell'episodio a cui sto pensando, le nostre menti partorivano castronerie assurde. Infatti avevo fatto un collegamento con un videogioco, che non c’entrava assolutamente nulla, e la prof. mi aveva tirato dietro un libro al grido di “Boccalini, bestia!”, tra le risate delle compagne... Era una grande donna. Con il suo esempio di rigore morale e la sua severità, ci ha insegnato a riflettere e a comprendere le cause profonde degli eventi, di qualsiasi natura essi siano. A volte, involontariamente, mi accorgo che reitero in classe certi suoi modi di fare, e mi sorprendo a sorridere. Nel mio tentativo di spingere i ragazzi a farsi domande, ad avere dubbi e a imparare a essere curiosi, più che a sentirsi contenitori da riempire di nozioni, credo ci sia molto di lei. Che studi ha intrapreso dopo la maturità classica al Lagrangia? Mi sono diplomata nel 1989 e laureata con 110 e lode in Lettere antiche, indirizzo Filologia classica, all’Università di Torino, con una tesi di ricerca in Storia romana, su storici inediti vercellesi (dei cui manoscritti ho esaminato, appunto, la parte che tratta di Storia romana), pubblicata con il titolo “L’Antiquaria vercellese tra 1500 e 1600. Manoscritti inediti di antichisti vercellesi”, con prefazione di Sergio Roda, prorettore dell’Università di Torino, testo ancora adesso, nonostante, ahimè, la vetustà, ritenuto basilare per la storia di Vercelli. Ad alcuni miei allievi è stato assegnato questo mio lavoro in bibliografia per la loro tesi, ed è stata un’esperienza molto bella ritrovarci per approfondire il discorso. Nel (poco) tempo libero scrivo racconti, pubblicati dalle case editrici Historica e Undici edizioni. Veniamo nuovamente al Lagrangia: com'è stato tornare in veste di docente nelle aule frequentate da allieva? Quando, a 32 anni, sono entrata per la prima volta come insegnante di ruolo al Classico, ero stata assegnata proprio alla quarta ginnasio in cui avevo studiato io. L’emozione è stata forte, e mi sarebbe venuto istintivo andare in fondo, nel mio solito banco, perché stare dietro alla cattedra mi sembrava innaturale, anche se insegnavo già da 8 anni. Vedevo la mia classe da un punto di vista impensabile 18 anni prima: le pareti erano più bianche, e l’aula sembrava più ampia, ma la luce di timore e speranza che i ragazzi avevano nello sguardo era la stessa che avevamo io e le mie compagne tanti anni fa. Anche abituarmi ad avere come colleghi “prof.” che avevo avuto io, come Angelo Fragonara, un vero mito per noi ragazzi, e a dar loro del “tu” non è stato semplice, ma molto emozionante. C'è un episodio della sua attività di docente al Liceo che vuole raccontarci? Qualche anno fa ho ingrandito casa, e attendevo da un po’ che i miei pigri amici venissero a montarmi una mensola. Ormai rassegnata a non vederli in quel lustro, ho lanciato un disperato appello aperto su Facebook. La sera stessa si sono presentati tre ex allievi: un medico, un avvocato e un giurista, che non abitavano nemmeno tutti a Vercelli, elegantissimi e con la valigetta degli attrezzi. Uno di loro mi ha anche ricordato che l’avevo rimandato, ma era lì perché sapeva di esserselo meritato. È stato un gesto che ho apprezzato tantissimo. In conclusione... Alla fine, questo è quello che conta: non insegnare nozioni, ma indicare una strada, aprire prospettive, ed essere un esempio di equità, coerenza e correttezza, cosa che tento di fare, più o meno maldestramente, da anni. La riconoscenza e l’affetto di - ormai - tantissimi allievi sono ciò che dà un senso profondo all’esistenza e spinge ad andare avanti, nonostante le difficoltà.
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Ex allievi Liceo Classico “Lagrangia”Un blog per raccontare il Liceo Classico "Lagrangia" di Vercelli e quanti hanno trascorso nelle aule di via Duomo anni importanti della propria formazione. Storie, interviste, approfondimenti culturali e molto altro a cura dell'Associazione ex allievi. Archivi
Giugno 2021
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